Terzo settore e pubblica amministrazione, la collaborazione post riforma

22 Gennaio 2019

Il convegno di Euricse e UniTn a Giurisprudenza

Lombardi: prendiamo in considerazione strumenti alternativi agli appalti

Borzaga: attenzione al principio di concorrenza applicato al terzo settore

Guerini: la priorità resta generare valore per il territorio

 

Coprogettazione e coprogrammazione. Ovvero due termini che cambiano e introducono nuovi spazi di collaborazione fra pubblica amministrazione e terzo settore, così come disciplina l’articolo 55 del Codice del terzo settore di recente applicazione. Un tema, quello della riforma, che apre nuovi scenari nell’affidamento, nell’offerta e nell’erogazione dei servizi di interesse generale. “I limiti delle finanze pubbliche impongono la necessità di prendere in considerazione strumenti alternativi alle procedure di appalto per il soddisfacimento dei bisogni”, spiega Alessandro Lombardi, direttore generale del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese del ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’alba di una nuova stagione di collaborazione, Carlo Borzaga, presidente di Euricse, lancia comunque un avvertimento: “Uno dei rischi da evitare è appiattirsi alle logiche meramente di mercato, assecondando il principio di concorrenza”. Dimenticando, aggiunge il docente, che erogare servizi di welfare è diverso dall’accedere a una gara per la costruzione di un’infrastruttura.

Organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’università di Trento e da Euricse, con la responsabilità scientifica di Silvia Pellizzari e Andrea Magliari, il convegno in agenda nella giornata di oggi, giovedì 22 gennaio, ha riletto passo-passo i cambiamenti introdotti con la riforma del terzo settore e, in particolare, confini e potenzialità dei nuovi strumenti di collaborazione e sostegno fra pubblica amministrazione e enti del terzo settore.

La riforma, in particolare negli articoli 55, 56 e 57, rilancia il coinvolgimento degli enti di terzo settore non solo nella fase di gestione di iniziative, interventi e progettualità, per il tramite di convenzioni (da effettuare con Enti iscritti al Registro Unico Nazionale degli Enti di Terzo Settore, eventualmente accreditati secondo le normative regionali laddove necessario), ma fin dalle fasi di programmazione e di progettazione. Una nuova prospettiva, oggetto di studio nella sua fase applicativa.

“La mia – ha esordito a Giurisprudenza Carlo Borzaga, presidente di Euricse – è una lettura da economista e studioso terzo settore”. Una lettura che – ha detto – “tradisce una certa preoccupazione circa le conseguenze legate all’applicazione del principio di concorrenza anche alle organizzazioni del terzo settore”. Una mancata differenziazione della tipologia del privato nonprofit rispetto a quello profit che, ha spiegato Borzaga, rischia di “ridurre la qualità dei servizi”. Vitale, dunque, “capire come esternalizzare i servizi sociali senza privilegiare il principio di concorrenza”.  Le specificità non possono essere ignorate: “Ci sono due tipologie di privato: il privato a scopo di lucro e quello non a scopo di lucro e tali distinzioni non vanno dimenticate” ha rimarcato Borzaga.

Protagonista e attore primario del percorso di stesura della riforma del Codice del terzo settore, Alessandro Lombardi alla platea di Trento ha rivolto un invito: “Allargare la prospettiva, individuando le novità di sistema e le possibilità di collaborazione fra enti di terzo settore e pubblica amministrazione”. La premessa è legata a un contesto ormai diverso rispetto agli ultimi decenni: “Assistiamo a una progressiva riduzione delle risorse finanziarie pubbliche – ha ricordato Lombardi – di qui la necessità di poter contare anche su apporti di soggetti privati e fare in modo che tali apporti siano ottimizzati per sfruttare al massimo la dimensione relazionale”. Di qui la coprogettazione.

“Si tratta – ha aggiunto Lombardi – di un cambio della forma mentis che dovrà avvenire anche nel lungo periodo: i limiti delle finanze pubbliche impongono la necessità di prendere in considerazione strumenti alternativi alle procedure di appalto per il soddisfacimento dei bisogni e dell’interesse pubblico”. Nel medio periodo – ha poi rimarcato – “si tratta di individuare soluzioni che consentano all’operatore di poter sviluppare e assolvere le proprie attività”. “Se i principi di trasparenza, pubblicità e non discriminazione saranno rispettati – ha concluso Lombardi nel suo intervento – potrà migliorare la qualità del servizio reso alla comunità”.

Giuseppe Guerini, presidente CECOP-CICOPA Europe ha poi fissato l’ordine delle priorità per gli operatori del terzo settore: “Produrre valore”. Citando a sua volta i rischi del principio di concorrenza, Guerini ha rivolto un monito al ruolo del mercato quando si parla di servizi sociali. Al tempo stesso, il presidente di CECOP-CICOPA ha esortato gli operatori del terzo settore a coltivare la cultura della valutazione. “Perché – ha detto – i criteri d’accesso li troviamo solo all’ingresso delle gare d’appalto e, quando si è dentro si è dentro”. “Accettiamo, dunque, la sfida della concorrenza – ha concluso – ma generare valore per il territorio deve rimanere il nostro obiettivo”.

Dello stesso avviso Federica Sartori, responsabile del Servizio Politiche Sociali della Provincia autonoma di Trento che, a proposito dei nuovi spazi di collaborazione fra pubblica amministrazione e terzo settore, rimarca un concetto: “Si tratta – ha detto – di trovare risposte sempre più efficaci per rispondere ai bisogni delle persone e della comunità, un bisogno come funzione pubblica che va messo al centro di ogni azione”.

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