Otto parole chiave per un’economia sociale protagonista della ripresa

18 Marzo 2021

Consolidamento attraverso nuove misure finanziarie; sostegno all’innovazione; attuazione dell’amministrazione condivisa; sgravi fiscali per l’occupazione; formazione negli atenei e corsi professionalizzanti; visibilità grazie ad un conto satellite Istat ad hoc; dialogo istituzionale mediante la costituzione di un comitato nazionale per l’economia sociale; investimento sulle iniziative degli organismi internazionali.
Sono le 8 parole-chiave messe a fuoco da Euricse per un Piano d’azione sull’economia sociale. Il documento è stato presentato oggi al CNEL con la viceministra dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, e condiviso con alcune realtà di spicco del Terzo settore come Alleanza delle cooperative italiane, Assifero e Fondazione Italia Sociale.

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L’economia sociale in Europa conta 2,8 milioni di organizzazioni tra cooperative, associazioni, enti di volontariato, fondazioni, enti filantropici e religiosi. In Italia le organizzazioni sono 380mila, per un valore aggiunto di 50 miliardi e 1,5 milioni di occupati. Anche alla luce di questi numeri, i relatori intervenuti hanno concordato innanzitutto sulla necessità di un Piano di azione per l’economia sociale a supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Prima dell’inizio dei lavori, aperti dal presidente del CNEL Tiziano Treu, è stato osservato un minuto di raccoglimento e sono state esposte le bandiere a mezz’asta in memoria delle vittime del Covid.

“L’economia sociale – ha detto Gianluca Salvatori, segretario generale Euricse – è fondamentale per la ripresa. Metterla a tema deve essere una priorità. L’Italia, oltretutto, è una delle realtà più sviluppate in questo settore e dovrebbe assumersi il compito di contribuire significativamente ad un piano europeo”.

Per il presidente Treu, “il settore va sostenuto anche con strumenti normativi che siano in grado di valorizzarne il ruolo, emerso con forza durante la pandemia, di tutte le realtà del privato sociale con riferimento particolare all’assistenza e cura che in alcuni casi hanno sopperito alle difficoltà delle istituzioni, garantendo di raggiungere tutti”.

“L’economia sociale incide tanto nella società italiana ma non è adeguatamente tenuta in considerazione da parte del decisore politico. Occorre cambiare passo, serve un’alleanza virtuosa con lo Stato alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale secondo cui il bene comune si realizza mediante la collaborazione con i soggetti dell’economia sociale non profit in una logica di condivisione e coprogettazione”, ha aggiunto il consigliere CNEL Gian Paolo Gualaccini, capodelegazione del Terzo Settore – Non profit

“In questo momento, con il coinvolgimento di Parlamento e CNEL, diventa estremamente importante fare quelle riflessioni e anche quelle riforme normative che servono all’economia sociale per riconoscere a tutto il settore, dal volontariato al mondo della cooperazione e dell’imprese sociale, il ruolo ed il valore dell’attività che portate avanti – ha evidenziato la viceministra dell’Economia e Finanze, Laura Castelli – È un lavoro ancora più fondamentale se diamo per assodato che, anche all’interno del PNRR, il coinvolgimento di tutte le realtà che caratterizzano l’intera economia sociale non sarà limitato all’inclusione sociale, ma sarà trasversale a tutti gli assi del Recovery Plan. Dalla formazione, alla cura della persona e dell’ambiente il vostro apporto è importantissimo, siete campioni anche in questi settori”.

 “L’emergenza sanitaria ha dimostrato che non c’ è possibilità di sviluppo senza l’apporto   delle organizzazioni dell’economia sociale. Occorre riconoscere e potenziare il ruolo di questi soggetti, considerandoli come strategici per il piano di ricostruzione del nostro Paese”, ha sottolineato Cristina De Luca, vicepresidente di Fondazione Italia Sociale.

 “L’economia sociale, espressione del protagonismo attivo e responsabile di milioni di cittadini – ha commentato Mauro Lusetti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative – dà quotidianamente, con il supporto delle sue attuali strutture di rappresentanza, un contributo prezioso alla crescita economica e civile del Paese. Valorizzarne e sostenerne il ruolo è essenziale per far ripartire il Paese e costruire il futuro verso uno sviluppo più equo, inclusivo e sostenibile”.  

“Fondazioni e imprese sociali si sono dimostrati attori fondamentali per far fronte agli effetti della pandemia. Da una loro stabile e matura alleanza può scaturire anche la possibilità del rilancio e di una ulteriore crescita dell’economia sociale, quando il Covid-19 allenterà la sua presa e ci sarà molto da ricostruire”, ha detto Felice Scalvini, presidente di Assifero.

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