L’impatto delle cooperative sociali, servizi per oltre 24.000 utenti e più di 1.700 lavoratori svantaggiati

6 Novembre 2019

La seconda rilevazione di Euricse-ImpACT sulle coop associate a Consolida. I lavoratori (stabili, non stagionali) sono 4.500, il 75% sono donne

Sono stati presentati mercoledì 6 ottobre a Trento nell’ambito del evento di apertura di “Impresa sociale al cubo”, i risultati del secondo anno di sperimentazione del metodo ImpACT ideato da Euricse: i questionari sono stati somministrati nel corso del 2018 a 48 delle 49 cooperative sociali attive in Trentino associate al consorzio Consolida (30 di tipo A, 17 di tipo B e 1 plurima). I dati offrono uno spaccato sull’attività, sull’occupazione prodotta, sui servizi erogati e sull’impatto generato per il territorio.

La raccolta dati.

La rilevazione, coordinata da Sara Depedri, ricercatrice senior di Euricse, oltre a permettere di adempiere agli obblighi di redazione di bilancio sociale e valutazione dell’impatto sociale lanciati nell’estate dai decreti legislativi in tema di Riforma del terzo settore e dalle linee guida provinciali, fornisce dati di sistema e informazioni strategiche per l’evoluzione dei servizi nelle cooperative sociali e per le politiche locali. Nella sostanza, si tratta di una raccolta dati quantitativa e qualitativa, relativa all’esercizio 2018, realizzata attraverso la compilazione di questionari. La novità di quest’anno -in fase di sperimentazione nelle cooperative- è l’inserimento di una valutazione partecipata da parte degli utenti, dei famigliari e dei lavoratori svantaggiati.

I risultati

Gli utenti delle cooperative sociali dedite all’erogazione di servizi sono 24.000 considerando le persone servite sia nelle proprie strutture sia a domicilio; a questo numero si aggiungono i beneficiari di sportelli, trasporto e ulteriori servizi alla comunità, per arrivare a un totale di oltre 42.000 persone che ricevono servizi da cooperative sociali. Si tratta in prevalenza di giovani (circa 11.200 nella fascia 6-24 anni), bambini in età prescolare (2.600) e anziani (più di 3.700 over 65). I settori di attività sono per il 90% servizi sociali e socio assistenziali, per il 43% educativi e per il 40% socio sanitari.

Le cooperative sociali di inserimento lavorativo (18 sulle 48 partecipanti) hanno offerto occupazione nell’anno complessivamente a 1700 persone svantaggiate nell’ambito delle varie azioni e politiche occupazionali, agendo prevalentemente nei settori delle pulizie e della conservazione del paesaggio ma anche nei campi della ristorazione, della lavanderia e della manifattura. Sono 740 le persone svantaggiate presenti a fine anno e ben 634 i nuovi ingressi solo nel 2018. Occasioni lavorative di cui hanno beneficiato prevalentemente persone con disabilità fisica (44%), psichica o psichico-sensoriale (36,3%), con dipendenze (13%) ma anche detenuti (5%).

Le cooperative sociali analizzate hanno generato occupazione stabile per oltre 4.500 lavoratori, di cui il 76% a tempo indeterminato. Di più: il 74,9% degli occupati è donna, il 17,5% ha meno di 30 anni e il 24,3% ha un diploma di laurea.

Il valore della produzione nel 2018 è stato di 162 milioni con – in media – il 91% degli acquisti fatti dalle cooperative sociali a favore di imprese del territorio; la patrimonializzazione media è di 1,3 milioni di euro a cooperativa. Pur rimanendo una certa dipendenza dalle entrate pubbliche (contributi ma soprattutto ricavi da vendita di servizi) è buona anche la capacità di raccogliere finanziamenti da fonti nuove ed eterogenee.

Per quanto riguarda la base sociale, il numero totale di soci è pari a 3.326, con 8 cooperative che contano più di 100 soci. Diversificata la tipologia: quasi un terzo sono utenti o loro famigliari, il 33% lavoratori e il 23% volontari. Anche nei Cda, composti in media da 7 persone, la presenza di volontari è importante. Proprio questi ultimi rappresentano una risorsa rilevante per le cooperative sociali: contribuiscono alle attività svolte 1.694 persone per 91 mila ore di volontariato offerte complessivamente.

La novità della valutazione partecipata. Tuttora in fase di raccolta, i primi dati dei questionari somministrati a 105 utenti, 47 familiari e 49 lavoratori svantaggiati di un campione di cooperative sociali fanno emergere uno spaccato che testimonia l’apprezzamento nei confronti delle cooperative sociali sia in termini di servizi sia di ricadute sul benessere e sulla vita dei singoli e dei territori. Nonostante la netta maggioranza degli utenti sia giunto alla cooperativa per indicazione della pubblica amministrazione, l’81% vorrebbe continuare a ricevere servizi dalla stessa e solo il 4% vorrebbe cambiare. Interpellati sulla soddisfazione per il servizio ricevuto, gli utenti hanno assegnato un punteggio medio di 8 su 10 per le varie dimensioni del servizio. Ma essere seguiti è anche generazione di benessere, di miglioramenti nel proprio stati di vita e di “felicità” (con giudizio espresso di 8,1 su 10). Per quanto riguarda i famigliari, le problematiche emerse riguardano le difficoltà di accesso, per il 23% legate ai tempi di attesa. D’altro canto, prima di appoggiarsi alla cooperativa, l’utente era seguito dalla famiglia nel 40% dei casi. L’ultimo focus riguarda i lavoratori svantaggiati: solo il 23% riceve uno stipendio inferiore a 800 euro mensili netti, con il 51% a tempo pieno. A dimostrazione del fatto che l’inserimento non è finalizzato unicamente all’acquisizione di competenze lavorative, bensì anche allo sviluppo di fiducia in sé stessi e di abilità relazionali, il 42% dei lavoratori crede di avere discrete o buone probabilità di trovare un’occupazione in un’organizzazione diversa dalle cooperative sociali.

“L’insieme dei dati raccolti è uno strumento prezioso di pianificazione strategica per la singola organizzazione e, a livello di sistema, fornisce una chiave di lettura scientificamente validata dell’impatto economico e sociale generato” “Nel 2018 siamo passati alla fase due del metodo ImpAct, con l’obiettivo di mettere al centro la persona, intercettando i suoi bisogni – soddisfatti ed insoddisfatti – i margini di miglioramento futuri nei servizi e le ricadute sulla propria vita. E in questa direzione di valutazione partecipata si continuerà il prossimo anno, prevedendo ulteriori approfondimenti legati ad altri stakeholder, quali la pubblica amministrazione e i lavoratori ordinari”

Sara Depedri, ricercatrice senior di Euricse e coordinatrice della raccolta dati

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