L’anomalia delle coop, ovvero il 10% del Pil fra affari e politica (intervista a Carlo Borzaga)

1 Aprile 2015

RASSEGNA STAMPA

1 aprile 2015 | Il Sole 24 Ore

di Paolo Bricco

“Nel 1854 la Società generale degli operai di Torino raccoglie un capitale di 1.400 lire e apre uno spaccio – il “distributorio sociale” – che vende pane e uova, verdura e latte a una popolazione stremata dalla fame. Centosessanta anni dopo le imprese collegate alla Legacoop valgono due punti e mezzo del nostro Pil, che salgono a cinque con l’indotto indiretto da esse generato. Per dirne il peso, la Fiat degli anni Sessanta incideva per il 3% sul valore aggiunto nazionale. Da oltre vent’anni il variegato mondo della Legacoop – specchio del Paese, in cui c’è tutto e il contrario di tutto – attraversa la lunga transizione italiana nei suoi aspetti più complessi.
Negli anni Novanta ha sperimentato la trasformazione del Partito Comunista in un nuovo soggetto e ha ricalibrato il suo rapporto con la politica…

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