Funzione sociale, l’ingrediente che rende “diverse” le banche di credito cooperativo

26 Maggio 2021

Presentata la ricerca Euricse per il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine

Non solo beneficenza, ma anche attività bancarie ed extra bancarie rivolte in particolare ai giovani e sensibili alle tematiche ambientali, creazione di enti di Terzo settore ed iniziative di interesse sociale

26.05.2021 – Creare valore economico, sociale e relazionale per i territori di appartenenza sia attraverso una gestione prudente dell’attività bancaria, ma sempre attenta al sostegno delle realtà sociali e delle amministrazioni locali, sia attraverso l’impegno diretto e indiretto a favore della società civile. È questo il significato attribuito dalle Casse Rurali Trentine al concetto di funzione sociale, identificato e studiato nelle sue applicazioni da Euricse nella ricerca “La pratica della mutualità nel credito cooperativo trentino”, presentata oggi nella sala Congressi della Cooperazione trentina alla presenza del presidente Euricse, Carlo Borzaga, della ricercatrice Euricse Stefania Turri, del presidente del Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine, Silvio Mucchi, e del presidente della Federazione della Cooperazione, Roberto Simoni.

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I numeri delle Casse Rurali Trentine

L’indagine è basata sui dati riferiti all’esercizio 2019 messi a disposizione da Cassa Centrale Banca e su questionari ed interviste somministrati nel corso del 2020 a tutte le Casse Rurali. Ad inizio 2020 il sistema delle Casse Rurali Trentine si componeva di 16 banche di credito cooperativo (oggi diventate 15), con 262 sportelli in Provincia di Trento e 48 fuori Provincia. In media, quindi, ogni Cassa Rurale possiede 19 sportelli, con un numero massimo di 45 (registrato per la Cassa di Trento) ed un minimo di 4 (per la Cassa Rurale di Ledro). Sui 166 comuni trentini, le Casse Rurali sono presenti in 143 con almeno uno sportello, mentre in 12 Comuni si registra la presenza di più Casse Rurali. In totale sono 2.018 i lavoratori dipendenti, 130.624 i soci e oltre 499 mila i clienti serviti, dei quali si stima quasi 422 mila siano trentini. Il valore del totale attivo è pari a 16,2 miliardi di euro.

La definizione della funzione sociale e le sue interpretazioni

Ciò che permette alle banche di credito cooperativo di differenziarsi dagli altri istituti di credito è la loro funzione sociale. La ricerca di Euricse la definisce come creazione di “valore economico, sociale e relazionale per i territori di appartenenza sia attraverso una gestione dell’attività bancaria prudente, ma sempre attenta al sostegno delle realtà sociali e delle pubbliche amministrazioni, sia attraverso l’impegno diretto e indiretto a favore della società civile”.

L’indagine, curata dal presidente Carlo Borzaga e da Stefania Turri, va poi a identificare le modalità attraverso le quali la funzione sociale si concretizza, guardando alle attività bancarie svolte, alla gestione delle risorse umane e alle altre attività a sostegno del territorio e della comunità.

Le attività di carattere bancario

Il rapporto conferma che le Casse Rurali sono banche del territorio, vicine alle famiglie (88,9% della clientela servita), ma anche alle organizzazioni senza scopo di lucro, a cooperative, enti pubblici, consorzi di miglioramento fondiario che, insieme, costituiscono l’1,9% della clientela. Tra coloro ai quali il credito cooperativo trentino dichiara di prestare particolare attenzione ci sono i giovani: a loro sono rivolti prodotti bancari specifici. Inoltre, dal lato della concessione di credito, la maggior parte delle Casse dichiara di non aver registrato una diminuzione negli ultimi cinque anni. La garanzia maggiormente richiesta è mediamente quella fideiussoria dei genitori piuttosto che la presenza di un contratto a tempo indeterminato. Si aggiungono poi molte iniziative di carattere extra bancario, a supporto ad esempio della formazione, dell’orientamento o della mobilità internazionale. Di rilievo per quanto riguarda la funzione sociale sono anche i servizi di tesoreria per enti pubblici e assimilati del territorio che le Rurali svolgono anche senza una marginalità significativa. Se si guarda al rapporto con il Terzo settore e le cooperative, sono 7.578 i clienti che fanno parte di questa tipologia ed agli stessi sono spesso offerti prodotti e servizi dedicati.

Le risorse umane

La funzione sociale in questo caso traspare nel numero di soggetti che compongono le basi sociali, che a fine 2019 erano 130.624 (il 97,3% sono persone fisiche) e nella partecipazione alla vita sociale, con un tasso medio di partecipazione alle assemblee del 14,8%. Dal lato delle condizioni economiche applicate ai soci, rispetto a chi non lo è, si riscontrano condizioni solo limitatamente vantaggiose. Per raggiungere la parità di genere negli organismi di governance il percorso è invece ancora lungo: l’84,2% dei consiglieri è maschio, in quattro Casse Rurali i cda risultano composti esclusivamente da uomini e i presidenti sono maschi in 15 casi su 16. Tra i dipendenti, invece, il 45,2% è donna, con una prevalenza nella fascia d’età 30-50 anni ma, di nuovo, tutti i dirigenti ed il 78,7% dei quadri direttivi è uomo. Il 16,6% dei contratti è a part-time, nella quasi totalità stipulati da donne, potenzialmente per favorire la conciliazione lavoro-famiglia.

Lo sviluppo del territorio attraverso le attività non strettamente bancarie

Tra beneficenza e sponsorizzazioni, nel solo 2019, l’esborso per le Casse Rurali è stato di 11 milioni a beneficio di 8.973 iniziative tra sport e aggregazione (38,6%), promozione del territorio (34,1%), cultura (20,1%) e iniziative socio-assistenziali (7,2%). La creazione di benessere sociale è legata poi a diverse iniziative di coinvolgimento dei giovani, alla creazione di network imprenditoriali e di implementazione delle attività economiche e commerciali. Infine, la ricerca di Euricse identifica nella creazione di dieci enti di Terzo settore, in maggioranza fondazioni, un altro aspetto di rilevo legato alla funzione sociale.

Guardando al futuro, dalle interviste con i vertici delle Casse Rurali Trentine emerge la volontà di puntare, anziché sulle infrastrutture e sugli spazi fisici, sulla creazione di opportunità per i giovani, per gli anziani e per le persone fragili, oltre al sostegno delle attività economiche e sociali.

“La recente riforma del credito cooperativo, la costituzione dei gruppi bancari, i processi di fusione e l’aumento della concorrenza – anche in territori che una volta erano presidiati solo dalle Casse Rurali come quello trentino – hanno sollevato tra i cooperatori molte preoccupazioni per il possibile venir meno della distintività delle loro banche e per la perdita della loro funzione sociale. La ricerca sulla Casse Rurali Trentine dà una prima documentata risposta a queste preoccupazioni, indagando se e come esse hanno saputo mantenere e rinnovare l’attenzione al socio e alla comunità“, ha detto il presidente di Euricse, Carlo Borzaga.

“Il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine oggi gestisce il marketing di settore in Trentino ed è il maggiore azionista del gruppo Cassa Centrale Banca. In questo plurimo ruolo, operativo e politico bancario, punta a valorizzare azioni, scopi e finalità delle Casse Rurali. Dimostrare e rafforzare l’importante ruolo che – anche oggi – il credito cooperativo svolge per le comunità, è lo scopo principale. Per fare ciò si avvale anche di approfondimenti scientifici come quello realizzato da Euricse. Ancora una volta la sinergia e la valorizzazione di ciò che questo lungimirante territorio offre si rivela forza e concreta azione di prospettiva”, ha sottolineato il presidente del Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine, Silvio Mucchi.

“Il credito cooperativo sta attraversando una fase di profonda trasformazione. Abbiamo una grande fortuna ed opportunità di avere una delle due capogruppo del credito cooperativo nazionale a Trento, anche per l’attivismo delle Casse rurali. In questa grande riforma il tema dell’autonomia e del rapporto con i soci è stato messo in dubbio e ha provocato qualche crepa. Le Casse rurali trentine devono rilanciare il proprio ruolo di socialità anche all’interno di un gruppo”, ha evidenziato il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, Roberto Simoni.

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