“Coprogettazione, così si supera la mera competizione”

20 Marzo 2019

Borzaga a Napoli: con l’articolo 55 nuovi strumenti innovativi

Le firme in calce al documento sono già 200. Accademici di tutto il Paese – giuristi, economisti, sociologi – poi enti del terzo settore, funzionari pubblici, centrali cooperative. La mobilitazione, confluita in un testo a sostegno degli articoli 55, 56 e 57 del Codice del terzo settore, rimarca il buonsenso dei nuovi strumenti di regolazione dei rapporti con la pubblica amministrazione: “Coprogettazione, coprogrammazione e affidamento segnano una profonda innovazione, superando il principio della mera competizione”, ha spiegato Carlo Borzaga, ospite dell’Università Federico II di Napoli.


Il presidente di Euricse, invitato dal dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo campano, ha così ripercorso le tappe della riforma, i passaggi innovativi contenuti nell’articolato, la nascita del Club degli amici dell’articolo 55, poi lo stupore dinnanzi al parere del Consiglio di Stato che, in risposta a una richiesta formulata dall’ANAC, ha indicato l’appalto quale unica via nella regolazione dei rapporti con la pubblica amministrazione. “Una battuta d’arresto rispetto a un percorso che favorisce, piuttosto, la collaborazione fra enti che condividono principi e finalità”, ha detto Borzaga. In particolare nella gestione di servizi d’interesse generale. Di qui il documento dal titolo “Il diritto del terzo settore preso sul serio”. Dieci pagine in cui docenti ed esperti del movimento cooperativo si rivolgono all’Autorità nazionale anticorruzione affinché nelle proprie linee guida tenga conto delle specificità degli enti del terzo settore, salvaguardando le fondamenta della coprogettazione quale leva per meglio rispondere ai bisogni della comunità.
“Sono tre – ha esordito a Napoli Borzaga – gli articoli contenuti nella riforma che ridisegnano il rapporto con la pubblica amministrazione. Tre articoli (il 55, il 56 e il 57) che puntano non sulla competizione ma sulla cooperazione, la sussidiarietà e la condivisione di obiettivi comuni”. Detta altrimenti: “Si punta così su strumenti collaborativi anziché competitivi – ha proseguito il presidente di Euricse – Un cambio di passo notevole se pensiamo che, negli ultimi venti anni, a prevalere era l’appalto, perlopiù al massimo ribasso”.
E ora, invece? “Non per tutte le attività ma per quelle del terzo settore s’introduce invece la possibilità della partnership mediante coprogettazione – ha spiegato – L’idea è questa: pubblica amministrazione e enti del terzo settore hanno obiettivi simili, per questo è preferibile favorire la via della collaborazione”.
Non solo: “le cooperative sociali – ha rimarcato Borzaga – portano innovazione, intercettano bisogni – di nicchia ed emergenti – prima ancora che si manifestino pienamente, trovando risposte che, spesso, il pubblico non riesce a mettere in piedi. È quindi un settore portatore di idee e investimenti: perché, dunque, metterli in competizione?”. La riforma, così disegnata, nelle parole di Borzaga ha quindi introdotto “un cambiamento radicale di prospettiva, atteso e ben accolto”.
È in tale contesto che nasce il Club degli amici dell’articolo 55. Obiettivo: promuovere una riflessione approfondita sugli articoli 55, 56 e 57; ritenendo il Codice nel suo insieme e l’articolo 55 in particolare, la legittimazione dell’amministrazione condivisa, un modello fondato sulla collaborazione fra cittadini e fra cittadini e pubbliche amministrazioni. Tra i promotori: Gregorio Arena, Felice Scalvini, Pasquale Bonasora, Carlo Borzaga, Antonio Fici, Fabio Giglioni, Luca Gori, Giangiorgio Mcdonald, Gianfranco Marocchi, Silvia Pellizzari, Emanuele Rossi, Elisabetta Salvatorelli, Gabriele Sepio, Ettore Vittorio Uccellini.
Fin qui tutto bene. Nell’estate del 2018, l’ANAC solleva dubbi interpretativi, ponendo tali interrogativi al Consiglio di Stato. “In particolare – ha ricordato Borzaga – I dubbi erano legati all’articolo 55, ritenendo critica l’esclusione di un settore dal codice degli appalti pubblici”. Il consiglio di Stato, attraverso il parere Poi è arrivata l’Anac che, motivando dubbi interpretativi sull’articolo 55, ha posto al consiglio di Stato un quesito circa posizioni contrastanti che prevedono l’esclusione dal codice degli appalti pubblici a determinate categorie (gli enti di terzo settore). Il resto è noto: il parere di Palazzo Spada numero 2052 indica l’appalto come unica via di regolazione dei rapporti con la pubblica amministrazione. “Anche il welfare viene così considerato un settore come gli altri e, quindi, deve sottostare al sistema degli appalti – ha commentato laconico Borzaga – Tuttavia si tratta di un parere e non una sentenza, ma che rischia di minare il processo virtuoso avviato”. Di qui il documento sottoscritto da più di 200 persone. Un testo che, al di là del caso specifico, apre prospettive ben più ampie: “L’idea che la concorrenza è obiettivo e non strumento va posta in ogni caso a livello europeo”, ha concluso Borzaga.

x