Dieci tesi controcorrente

 

Piccole. Persino troppo per concorrere alla pari con altre forme d’impresa. Piccole per innovare, piccole per partecipare con credibilità al dibattito pubblico, piccole per anticipare bisogni oggi potenziali e domani necessari.

Desuete. Ontologicamente lontane rispetto alle istanze contemporanee di una digitalizzazione ampiamente invocata e di un’economia ormai condivisa, on demand, ritmata da un click.

Sottocapitalizzate, meno efficienti delle imprese di capitali. Inequivocabilmente dipendenti dal riguardo quasi assistenzialista che muove la mano pubblica. Favorite, privilegiate. Persino false. E per questo biasimabili a cadenza regolare nelle dichiarazioni pubbliche di chi, di volta in volta e al di là del colore, varca gli spazi del Parlamento.

Parlare di cooperative porta inevitabilmente qui: nelle retrovie buie e incerte di una narrazione dominante, di una rappresentazione ampiamente ricorrente quanto scarsamente corrispondente all’originale. Vero e verosimile, percezione e realtà pare confondano persino chi, quotidianamente, anima il sistema cooperativo. Ma quanto c’è di vero? Quanto i detti corrispondono ai fatti?

L’Istituto Europeo di Ricerca sull’Impresa Cooperativa e Sociale (Euricse) se l’è chiesto, sin dalla sua fondazione. E alla mancanza di analisi empiriche a supporto delle tesi mainstream ha risposto con evidenze, numeri, disamine teoriche.

In occasione dei suoi primi dieci anni di vita, Euricse ha quindi raccolto alcuni dei risultati delle ricerche e delle riflessioni più rilevanti prodotte negli anni. L’ha fatto per dare contezza alle parole. Il volume ospita così dieci saggi, scritti dai ricercatori della Fondazione e curati da Carlo Borzaga.  L’esito è una riflessione collettiva che ambisce a gettare nuove basi, meno emotive e più scientifiche, per capire il futuro di un sistema – quello cooperativo – che ha ancora più d’una sfida da vincere e che ha tutto il potenziale per interpretare le trasformazioni che segneranno il nostro tempo (e quello a venire).