Risto3, promossa a pieni voti dalle collaboratrici

9 Febbraio 2017

La cooperativa ha raccolto giudizi positivi dall’indagine sulla qualità del lavoro e stress correlato condotta da Euricse, a cui ha risposto l’87,5% delle 1.060 dipendenti.

Essere una cooperativa di lavoro significa per Risto3 coinvolgere le lavoratrici, prestare attenzione alle loro dinamiche ed investire in un clima organizzativo che permetta il loro benessere in termini di sicurezza, stabilità, stress, carichi di lavoro, partecipazione ed equità. Per comprendere come questo impegno quotidiano venga percepito dalle collaboratrici, la cooperativa ha incaricato Euricse di fare un’indagine sulla qualità del lavoro, per cogliere punti forti ed eventuali aspetti da migliorare.

E così a maggio sono stati distribuiti 1.060 questionari anonimi a tutte le collaboratrici e i collaboratori, che ne hanno riconsegnati 954, di cui 927 validi. Il tasso di risposta è stato perciò dell’87,5%, ben maggiore rispetto alla precedente consultazione di questo tipo avvenuta nel 2012, dove aveva risposto il 76% del personale.
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Il giudizio complessivamente raccolto è molto positivo. Ad influenzarlo sono stati la stabilità occupazionale, l’ambiente fisico di lavoro, il ridotto stress, la buona conciliazione famiglia-lavoro, i positivi rapporti tanto con i propri colleghi quanto con il proprio responsabile, il buon coinvolgimento dei soci. Come ha rilevato Sara Depedri, ricercatrice senior di Euricse che ha curato l’inchiesta, le risposte hanno palesato un forte attaccamento delle lavoratrici all’impresa: il 35% ha dichiarato che non cambierebbe azienda per nessun motivo, neanche se ricevesse un’offerta con migliori condizioni economiche. Il 56,6% cambierebbe solo per un considerevole aumento salariale (oltre il 20% dell’attuale).

Il lavoro in Risto3 permette una buona conciliazione tra vita professionale e privata (gli orari hanno preso come voto 8+) e una serie di servizi integrativi che le collaboratrici utilizzano, come per esempio sconti e rimborsi di spese mediche (Cooperazione Salute). Il lavoro in cooperativa ha anche permesso alle dipendenti di sviluppare un certo benessere, sia in termini economici sia per quanto riguarda le relazioni con gli altri, la visione di gruppo e la capacità di avere spirito di squadra.

Dal questionario sono emerse anche delle piccole criticità, frutto probabilmente di alcune variabili oggettive del settore di attività e del tipo di contratto: un certo impegno fisico, un parziale coinvolgimento nelle decisioni del gruppo di lavoro, la percezione di cambiamenti avvenuti nel proprio ruolo anche se non associati a una reale crescita professionale, la presenza di poche occasioni per discutere tra colleghi e sviluppare più profonde relazioni e conoscenze, una modesta soddisfazione economica. Sotto quest’ultimo profilo va detto che in questi ultimi due anni la direzione della cooperativa ha cercato di soddisfare la richiesta emersa nel 2012 di politiche salariali incentivanti. E la maggioranza delle collaboratrici nel 2016 hanno dato atto nelle loro risposte che queste politiche sono state corrette e eque (d.p.).

L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Cooperazione Trentina nel numero 11 (dicembre 2016).

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