Le BCC: il diario di una svolta

29 Marzo 2017

Un’analisi interessante di Ivana Catturani (Euricse, Università di Trento) sullo stato dell’arte delle banche di credito cooperativo al centro di una fase di riorganizzazione strutturale. L’articolo presenta i dati sul patrimonio, redditività e qualità del credito.

I dati sul credito cooperativo italiano di Federcasse relativi al 2015 fotografano una situazione caratterizzata da politiche di prezzi poco incisive e costi elevati a scapito della redditività e dell’aumento del patrimonio. Se, da un lato, questa situazione è comprensibile data la natura not-for-profit di queste banche, dall’altro, ha determinato uno stato di fragilità, soprattutto dopo l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti a livello europeo e della nuovo assetto istituzionale a livello nazionale. Questo nuovo contesto economico e istituzionale, assieme all’incidenza delle sofferenze e la svalutazione dei crediti mantengono le BCC in una situazione di incertezza.

Il patrimonio, da sempre uno dei punti di forza delle BCC, anche se in ridimensionamento, è ancora sufficiente a sostenere le BCC, ma è necessario riattivare le leve reddituali per mantenere una solidità patrimoniale anche nel futuro.

Il modello di business tradizionale delle BCC si sta modificando per poter far fronte, da un lato, alla concorrenza sia esterna che interna al mondo cooperativo e, dall’altro, ai problemi di efficienza. In particolare, oltre ai tradizionali ricavi derivati dal margine di interesse, stanno crescendo i ricavi legati ai margini di intermediazione.Ivana Catturani

Questo perché la forbice dei tassi di interesse è molto ristretta, mentre crescono i ricavi derivati dalla vendita alla clientela di prodotti di terzi. Inoltre, la crescita dimensionale dovrebbe migliorare il cost-income ratio a scapito forse della prossimità e di un minor controllo da parte dei soci. Tuttavia, la riduzione dei costi è un processo lento i cui benefici non sono ancora del tutto apprezzabili nei bilanci di queste banche.

Nel 2015, uno dei fattori più impattanti è stato il costo legato alla copertura del fallimento di quattro banche. Mentre le BCC sono intervenute in aiuto al sistema bancario nazionale, la partecipazione delle altre banche non è prevista nel caso in cui sia una BCC in situazione difficile, ed è il solo sistema cooperativo a dover intervenire. Questo sbilanciamento nei rapporti tra BCC e sistema bancario non viene presa in considerazione nel dibattito attuale relativo alla riforma del credito cooperativo.

In questa situazione di oggettiva difficoltà, un dato spicca tra tutti ed è la crescita dei soci, ed in particolare dei soci che non hanno linee di credito. Questo dato, seppur poco rilevante per gli indici richiesti dalle autorità bancarie, dimostra tuttavia come vi sia ancora fiducia nelle banche cooperative e come sia importante che sia garantita la loro piena operatività per rispondere sia alle esigenze dei soci, sia il sostegno delle imprese minori e in particolare di quelle che rientrano nella categoria delle famiglie produttrici.

I dati in primo piano

  • Nel 2015 è proseguito il trend negativo per quanto riguarda il numero delle BCC diminuito di altre 12 unità; la stessa dinamica ha caratterizzato anche il numero di sportelli, passati da 4.437 a 4.414.
  • Nel 20,4% dei comuni italiani le BCC hanno una posizione di monopolio come unica banca presente sul territorio; in quasi il 20 % dei comuni, le banche cooperative devono affrontare la concorrenza di un’altra BCC.
  • Il numero di soci è cresciuto del 3,3% raggiungendo 1.248.724 unità, pari al 2% della popolazione.
  • La riduzione del numero delle BCC è accompagnata dalla riduzione del numero dei dipendenti che a dicembre 2015 era pari a 31.363, con una diminuzione dello 0.5% rispetto all’anno precedente.
  • Nel corso del 2015 il sistema bancario italiano ha rallentato la contrazione dei prestiti in atto dal 2012; le BCC hanno registrato una variazione annua pari a -1%, raggiungendo a dicembre 2015 un ammontare pari a 134 miliardi di euro.
  • La quota di mercato dei finanziamenti BCC per settori di destinazione del credito vede uno sbilanciamento verso le famiglie produttrici (17,8%) e il settore non-profit (15.4%), mentre le famiglie consumatrici e le società finanziarie coprono una quota dell’8.5% e dell’8.6% rispettivamente. La maggior parte degli impieghi delle BCC, il 70% del totale, è costituita da mutui, contro il 53% dell’industria bancaria complessiva.
  • Il credito alle imprese si è contratto in maniera minore rispetto al 2014 (-0.7% rispetto a -1.9%).
  • Le BCC sono da sempre banche con livelli di patrimonializzazione elevati. Nel 2015, il patrimonio delle BCC era pari a 20.3 miliardi di euro, in crescita dello 0.6% rispetto all’anno precedente. Gli indici patrimoniali mostrano valori nettamente superiori a quelle delle altre banche.

Scarica qui il paper “Le banche di credito cooperativo: patrimonio, redditività e qualità del credito” di Ivana Catturani

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