Cooperative agricole e innovazione.

17 Aprile 2018

a cura di Eddi Fontanari

Tanto a livello scientifico quanto in sede comunitaria è in atto una continua e costante sottovalutazione del ruolo della cooperazione nei processi innovativi in agricoltura. Questa sottovalutazione deriva dalla diffusa difficoltà a comprendere l’effettiva funzione svolta dalle cooperative agricole moderne. Nate infatti per far fronte a mercati poco o per nulla concorrenziali, sia sul lato degli acquisti di input che su quello della vendita dei prodotti, le cooperative agricole oggi rivestono un ruolo sempre più importante e sofisticato, soprattutto in risposta al costante mutamento del contesto socio-economico.

In particolare, gli studiosi hanno rilevato come le cooperative agricole e i loro gruppi cooperativi abbiano puntato ad accorciare la filiera e a internalizzare le varie attività (lavorazione, conservazione, trasformazione, marketing, ecc.) a monte e a valle in modo da accrescere il valore da ristornare ai contadini soci.
Ciò che però non è stato ancora sufficientemente analizzato e scoperto è come, in un’economia della conoscenza come quella attuale, questa particolare forma d’impresa stia svolgendo un ruolo molto importante anche dal punto di vista della gestione, produzione e diffusione di conoscenza e innovazione. Le cooperative agricole, infatti, proprio allo scopo di rendere competitive e dunque maggiormente remunerative le produzioni dei soci (loro obiettivo), devono confrontarsi con t una serie di istanze sociali/del consumatore (salubrità, sicurezza alimentare e sul lavoro, ecc.) che non possono assolutamente disattendere, pena l’esclusione dal mercato o una penalizzazione in termini di prezzo.
Per allineare le produzioni agricole agli orientamenti del mercato (della società), le cooperative agricole sono quindi costantemente impegnate nella ricerca delle condizioni (attributi di prodotti e processi) che favoriscono questo allineamento e lo fanno attraverso la costruzione di reti, soprattutto relazionali, con l’intero insieme degli stakeholder di filiera. In termini pratici, ciò significa sviluppare e dotarsi progressivamente di tutta una serie di competenze specialistiche nell’ambito commerciale, del marketing, della conservazione/lavorazione/trasformazione, del controllo della qualità e delle tecniche produttive, o internalizzandole entro i confini della cooperativa, oppure stringendo alleanze o rapporti di collaborazione con Agenzie, Università, Centri di Ricerca, Istituti Agrari, ecc. Il fine ultimo di questo processo è quello di alimentare un circolo virtuoso di produzione e scambio di nuova conoscenza e innovazione.
Le cooperative agricole sono solite così realizzare un coordinamento nella pratica agricola che, favorendo le giuste interdipendenze tra i contadini e le varie competent performance (agronomi, commerciali, ecc), assicura un continuum ed evita la segmentazione della conoscenza Se si guarda all’esperienza trentina, l’efficienza e l’efficacia del modello cooperativo in agricoltura si ritrovano proprio nell’integrazione tra le diverse pratiche (contadini, agronomi, commerciali, marketing, ecc.) che ha generato una sorta di conoscenza sociale alla base dell’azione di ogni singolo attore.
In particolare, ogni socio sa ‘chi sa che cosa’ e come è strutturato il processo produttivo. Il ruolo di coordinamento della cooperativa risulta dunque evidente. Nel far questo, le cooperative trentine hanno sviluppato un linguaggio e un codice context-specific difficilmente replicabili o imitabili all’esterno e su di essi hanno costruito il proprio vantaggio competitivo e quello territoriale. Infatti, il vero ostacolo ai processi di innovazione è rappresentato dalla difficoltà di trovare un punto d’incontro tra competenze e linguaggi specialistici; in questo senso, la funzione principale della cooperativa (ancora poco studiata e compresa) risiede nella capacità di creare un linguaggio e delle interfacce comuni a specialisti e contadini, dando vita a un unico organismo di filiera (comunità di pratica). In questi anni Euricse ha cercato con le proprie ricerche di far conoscere meglio il ruolo della cooperazione in provincia di Trento. In particolare, ha dimostrato che, se si tiene conto anche degli effetti indotti, il valore prodotto dall’agricoltura trentina, e in primo luogo dalla cooperazione agricola, è di gran lunga superiore al valore che risulta dalla contabilità provinciale. Ma per approfondire e comprendere ulteriormente il ruolo della cooperativa agricola moderna è necessario uno studio più qualitativo volto ad indagare: 1. i meccanismi di gestione/diffusione della conoscenza adottati dalle cooperative agricole rispetto a tutti gli attori della filiera e in particolare ai soci; 2. il livello di consapevolezza che di questa funzione della cooperativa hanno i soci (ma anche i manager) e come si è modificato nel tempo il ruolo dei contadini nel processo d’innovazione (parte attiva o passiva).
La ricerca che è appena partita, ideata da Euricse in accordo con la Federazione Trentina della Cooperazione (Ftc), ha lo scopo di approfondire tutti questi aspetti e per farlo si avvarrà di due questionari. Il primo, rivolto a un campione rappresentativo di cooperative agricole (una ventina) operanti in provincia di Trento e selezionate in collaborazione con l’Ufficio cooperative agricole della Ftc; il secondo, destinato a una decina di soci per cooperativa individuati con l’aiuto dei vertici dell’organizzazione. I risultati della ricerca consentiranno, da un lato, di informare la letteratura scientifica su questa nuova funzione (giustificazione) delle cooperative agricole moderne, dall’altro, di formulare indicazioni di policy funzionali all’instaurazione, potenziamento e valorizzazione di sinergie tra cooperative agricole e altri soggetti e all’individuazione di una serie di impegni futuri in funzione di un’ottimizzazione del processo d’innovazione in agricoltura e nell’intera filiera agroalimentare. Il tutto anche in un’ottica di razionalizzazione degli interventi di politica pubblica (vedi Fondi strutturali; p.e. PSR), che dovrebbero essere orientati verso il riconoscimento e il rafforzamento di disegni istituzionali già esistenti e funzionanti (coop agricola).

Articolo pubblicato da CIA Trento (marzo 2018).

 

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